L'isola pianeta by Giorgio Manganelli

L'isola pianeta by Giorgio Manganelli

autore:Giorgio Manganelli [Manganelli, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Travel, General
ISBN: 9788845974892
Google: 4l4GBAAAQBAJ
editore: Adelphi Edizioni spa
pubblicato: 2014-07-15T22:00:00+00:00


FREDDO E LIQUIDO FERRO

Dunque Aberdeen esiste; altrimenti, non potrei esserci. Pare strano che abbia terrena consistenza una città dal nome così morbido, tra ninna e belato; e che sia, la città, così poco morbida, anzi durissimo granito. Il centro fa pensare ad una indaffarata Milano anni trenta... ma vorrei accennare al viaggio dalle Fær Øer ad Aberdeen. Emotivo, non emozionante. Dodici ore di navigazione attraverso la materia marina del Mare del Nord, freddo e liquido ferro. All’arrivo in Scozia una pittoresca scena isterica al momento di congedarmi dalla nave: evidentemente in dodici ore un bastimento può trasformarsi in una gigantesca mamma. Dalle finestre del delizioso alberghetto di Thurso ricontemplo l’Europa senza eremiti; ecco i tetti rossi, le strade lunghe, i lampioni, la cassetta delle poste. Mi sento, con le Fær Øer alle spalle, un disertore. Peggio sarà l’indomani, quando vedrò i primi autobus a due piani; dieci persone ad una fermata mi sembrano folla; l’aria è tiepida, un mercante di droga ha portato fin qui un po’ di sole. Un bus mi porterà da Thurso ad Aberdeen, un viaggio di sei, sette ore. Un viaggio che, già dopo pochi chilometri, mi stordisce. Chi si ricordava più che c’erano tante qualità di verde? E i fiori? E i cani che litigano con i gatti? E, dico sul serio, quelli non sono alberi? La Scozia del nord probabilmente confina con la Sicilia. O sarà la Tunisia? Non posso negarlo: in questo momento la mia anima, e quel che ne fa le veci, è colma di sfavillante erba, di nuvole che hanno perso quella litigiosa compattezza e se ne vanno a spasso per cieli colmi di mutevole luce. Diciamo tutto: in questo momento ripenso alle Fær Øer come ad una trappa, un ordine monastico di scogli cui è consentito una tonaca di rari e sobri colori. Viaggio verso Aberdeen come se viaggiassi verso l’Equatore.

Ed ora sono ad Aberdeen: Union Street, come a dire Corso Vittorio Emanuele, o piazza del Duomo. Ed ecco, riappare il difficile e dolce fantasma delle Fær Øer. Sono di nuovo immerso in una società che mi protegge dal vento e dai marosi, e mi offre gelati, cinema, vetrine di vestiti autunnali – nelle Fær Øer non esistono stagioni. Mi trovo immerso nel chiacchiericcio della città, e mi ammonisce il cuore la dignità delle isole silenziose. Sono di nuovo in Europa: qui posso avere tutto, purché sia futile, irrilevante e inutile. Divertiamoci: ad esempio, andiamo al cimitero. Calma. È un tocco di singolare quanto felice urbanistica. Sulla via centrale e indaffarata di Aberdeen si apre un accogliente e comodo cimitero, con belle e massicce lapidi, e comode panchine, e cestini per buttarci le cartacce dopo aver fatto uno spuntino; alcune lapidi, lisce e sdraiate, sono eccellenti per farci la siesta, se c’è un po’ di sole; e quanti amori, quante nozze saran maturate o matureranno tra quei benevoli avelli! Non fosse per questo cimitero da tempo libero, Aberdeen offrirebbe una prima immagine amichevolmente provinciale, ma insieme solida e attiva. Ecco,



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